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Oligoterapia

oligoterapia

L'uomo ha utilizzato gli oligoelementi fin dall'antichità a scopi medici, pur non conoscendone la natura chimica, né quali funzioni svolgessero a livello organico, si trattava quindi di un uso puramente empirico.

Il termine Oligoterapia, dal greco oligos = poco, indica un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di oligoelementi, a dosi deboli, dell'ordine del milionesimo di grammo.

In senso più ampio, l'oligoterapia utilizza anche elementi minerali che non sono propriamente oligoelementi, ma che appartengono al gruppo degli elementi plastici (Zolfo, Fosforo) o degli elementi maggiori (Magnesio, Potassio).

Nel 1894 Gabriel Bertrand evidenzia il ruolo essenziale svolto dagli oligoelementi come biocatalizzatori, cioè acceleratori delle reazioni chimiche, nella biologia vegetale ed animale. Egli giunge ad affermare (in aperta polemica con l’opinione del tempo che riteneva come impurità la presenza di elementi in traccia): "L’organismo appare come una sorta di oligarchia nella quale enormi masse di elementi passivi sono dominati da un piccolo numero di elementi catalizzatori".

Negli anni '20 J.U. Sutter tratta con successo eczema ed asma bronchiale, con un preparato oleoso a base di Manganese e Rame.

Negli anni '30, il medico francese Jacques Ménétrier sperimenta il preparato di Sutter nella Tbc, ottenendo risultati favorevoli su un gruppo di pazienti che presentavano caratteristiche ben definite. Quindi introduce l'uso sistematico degli oligoelementi in terapia, definendo l'oligoterapia catalitica. L'oligoterapia catalitica si basa sull'impiego di oligoelementi come bio-catalizzatori nel trattamento di manifestazioni funzionali e secondo la teoria delle “Diatesi”. Da un punto di vista quantitativo, l’attività ottimale viene svolta per un apporto in oligoelementi dell’ ordine del milionesimo di grammo.

Ménétrier affermava che una malattia, prima di provocare delle lesioni organiche, inizialmente altera gli scambi biochimici cellulari. E' proprio a questo livello che agiscono gli oligoelementi. Egli infatti scoprì che questi elementi, se somministrati in certe dosi e in una determinata forma fisico-chimica, ripristinano l'equilibrio degli scambi cellulari, con effetti sia sul piano fisico sia su quello psichico. Le ricerche di Ménétrier sono state portate avanti fino ai giorni nostri e hanno permesso di valutare quantitativamente e qualitativamente il ruolo degli oligoelementi nella cellula.

Indicazione elettiva per il trattamento con gli oligoelementi sono i disturbi funzionali, non lesionali. Per questa ragione viene introdotto il termine di Medicina Funzionale per indicare il metodo clinico-terapeutico per lo studio e il trattamento di tali disturbi.

Sono stati definiti oligoelementi essenziali quelli che svolgono una funzione indispensabile alla vita e, per questo motivo, vanno regolarmente assunti con l'alimentazione, nella misura di mg o microgrammi al giorno. Gli oligoelementi essenziali sono: Fluoro, Selenio, Cobalto, Cromo, Rame, Ferro, Manganese, Molibdeno, Nichel, Vanadio, Zinco e Silicio. Essi devono avere queste caratteristiche:

  1. sono presenti in tutti i tessuti sani;
  2. hanno una concentrazione relativamente costante;
  3. in caso di carenza, inducono alterazioni strutturali e fisiologiche;
  4. se somministrati, prevengono o guariscono le alterazioni causate dalla carenza.

Gli Oligoelementi, dunque, pur svolgendo importantissime funzioni, si trovano in piccolissime dosi (dal greco oligos = poco) e, secondo la definizione di Forsenn a metà degli anni '70, essi sono presenti in concentrazione uguale o inferiore allo 0.01% del peso secco del corpo umano.